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Recensione: Il grande Lebowski

  • cineteque
  • 5 gen 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Titolo originale: The Big Lebowski

Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Regno Unito Anno: 1998 Durata: 117 min Genere: commedia Regia: Joel Coen

Trama: Los Angeles anni '90. Jeffrey Lebowski passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny e Walter, una visita al supermercato in accappatoio e uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi gli orinano sull'unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l'unico scopo di farsi rimborsare la perdita e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate,costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale.

"A volte si incontra un uomo, non dirò un eroe... perché, che cos'è un eroe? Ma a volte si incontra un uomo, e sto parlando di Drugo, a volte si incontra un uomo che è l'uomo giusto al momento giusto nel posto giusto, là dove deve essere.”

Questa è la prima frase del film che introduce il personaggio di Jeffrey Lebowski, l'uomo che riesce a trovarsi al posto giusto al momento giusto perchè è quell'uomo che sa godersi ogni attimo come se fosse l'ultimo.

Ritengo questo uno dei migliori film che io abbia mai visto. Personalmente ciò che più adoro e ricerco sempre è l'amara ironia. Il grande Lebowsky mi ha intrattenuta come non mai.

Come un cult che si rispetti ha degli sketch che ti fanno rimanere di stucco e non ti permettono di distogliere lo sguardo dallo schermo.

Drugo ("Dude" in lingua originale; il doppiaggio italiano gli ha attribuito questo nomignolo kubrickiano) è un uomo di mezz'età che passa la sua vita fra marijuana e bowling, senza porsi i problemi che si pongono quasi tutte le persone "normali".

Drugo non pensa al lavoro, non pensa ad una famiglia... Drugo semplicemente non pensa. Ha ben altro da fare: vivere giorno per giorno senza ansie o preoccupazioni. Per molti il suo stile di vita può essere considerato "anti-vita". A mio parere comunica una piena accettazione delle piccole cose e se ci aggiungiamo un pizzico di comicità il gioco è fatto.

La storia del film è semplice ma il modo attraverso cui viene narrata è qualcosa di molto lontano dal clichè. Tutto ci appare come nuovo e terribilmente ironico.

Ciò che ho amato del film è proprio il lasciar andare tutto ciò che ci circonda. Un qualcosa che può apparire assurdo, ma che invece pare veramente affascinante.

La vita e la morte sono trattate con semplicità e non c'è assolutamente pesantezza per quanto riguarda temi così importanti.

Poi per quanto riguarda la scenografia penso di non poter commentare. Sono sicura del fatto che sia uno di quei film intoccabili, che va visto ed apprezzato in quanto tale.

Non sono solita attribuire un numero ad una pellicola ma penso sia giusto cominciare per questo blog.

Voto: 8,5/10


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