Recensione: Il corvo
- cineteque
- 25 gen 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Titolo originale: The Crow
Paese di produzione: Stati Uniti d'America Anno: 1994 Durata: 102 min Genere: azione, orrore, thriller, drammatico, fantastico Regia: Alex Proyas
Trama: Un cantante rock è stato assassinato con la propria ragazza. Torna in vita per vendicare l'amata. E a uno a uno trova i responsabili e li uccide. Ad aiutarlo ci sono un agente della polizia e la sorella dell'amata. Nonostante il personaggio non sia "morale", è prodigo di consigli didascalici su droga e fumo.
"Non può piovere per sempre"
Prima di iniziare con la vera e propria recensione, ci terrei a dire che "Il corvo" è uno dei film a cui sono più legata. Uscì nel 1994 ed io non ero ancora nata, ma lo vidi comunque da bambina. Tralasciando il fatto che non si tratta affatto di un film destinato ad un target infantile, io ne rimasi davvero affascinata. E penso sia stata proprio questa pellicola a farmi avvicinare al mondo del grottesco e del noir.
La trama, di se per se, è davvero semplice, ma sicuramente viene trattata in un modo assai unico e diverso. Gli scenari ricordano molto la Gotham di "Batman" di Burton, ma sicuramente molto più dark.
Le parole chiave di questo film sono sicuramente"morte" ed "amore". E ciò che ci stupisce è il fatto che l'una completi l'altra.

"Un tempo la gente era convinta che quando qualcuno moriva, un corvo portava la sua anima nella terra dei morti; a volte però, accadevano cose talmente orribili, tristi e dolorose che l'anima non poteva riposare. Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto"
Questa citazione spiega l'intera narrazione del film, sicuramente prendendo spunto dai racconti di Edgar Allan Poe. Il corvo infatti, è colui che riporta in vita Eric Draven (che si legge "The Raven"), per vendicarsi del suo assassinio ma soprattutto di quello della compagna.
Il loro omicidio si ispira ad un fatto realmente accaduto, in cui dei malviventi durante la notte del diavolo, si intrufolarono nella casa dei due e dopo varie sevizie li uccisero, per rubare un anello dal valore di 30 dollari.
La storia viene trattata con effetti psichedelici e dark, degni di un cult anni novanta per eccellenza. Ci sono flashback pieni di pathos ed emozione, che ci fanno rivedere i due innamorati.
Da un punto di vista tecnico il film è eccellente. I colori, che spesso sfruttano le gradazioni del nero, del bianco e del rosso, sono assai decisi e vogliono rimandare alla graphic novel da cui è tratto l'omonimo film.

I personaggi sono stereotipati all'estremo: ci sono i buoni che sono veramente troppo buoni e i cattivi che sono veramente troppo cattivi.
E quindi chi non la visto si starà chiedendo cosa ci sia di così eclatante ed unico.
Personalmente penso sia il tema trattato, come ho detto all'inizio "amore" e "morte" combaciano estremamente. Eric Draven, dopo che viene resuscitato, si trucca in modo assai grottesco, come un Joker ma senza colori.
Eric sfrutta la vendetta e quindi la morte per ristabilire l'equilibrio. Quindi sfrutta il dolore per provocare amore, lui infatti non potrà mai riposare in pace finchè non si sarà vendicato definitivamente.
Il corvo è una maschera che veste per il suo amore.
Nonostante tutto il film trasudi un'atmosfera dark, il messaggio fondamentale è combattere l'odio con l'amore che non si consuma, che non muore mai, che continua a bruciare anche dopo la morte.

Particolare menzione va obbligatoriamente fatta per quanto riguarda l'interpretazione di Brandon Lee, che per fatalità morì a tre giorni dalla fine delle riprese, colpito da una pistola che doveva essere caricata a salve. Attorno alla sua morte infatti aleggia ancora un'aurea di mistero.
Lee, dà senza dubbio, una delle migliori interpretazioni che si siano mai viste sul grande schermo.
Voto: 8,5/10
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