Recensione: Il cigno nero
- cineteque
- 10 gen 2018
- Tempo di lettura: 3 min

Titolo originale: Black Swan Lingua originale: inglese Paese di produzione: Stati Uniti d'America Anno: 2010 Durata: 108 min Genere: orrore, drammatico, thriller Regia: Darren Aronofsky
Trama: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amore che spezzi l'incantesimo di un'adolescenza mai finita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente di Thomas Leroy. Coreografo appassionato e deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del "Lago dei cigni". Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard, da cui potrà scioglierla soltanto il giuramento di un eterno amore.
"E nella morte ritrova la libertà"
Non vedevo l'ora di poter recensire questo film. A mio parere uno dei migliori dell'ultimo decennio.
Aronofsky, che avevo citato con la mini recensione di "Madre!" fra i peggiori film del 2017, è senza dubbio uno dei registi contemporanei più controversi.
Comincio col dire che il mondo della danza mi ha sempre appassionata, ma quello della danza prettamente classica l'ho visto dall'esterno. Questo è un mondo in cui entra in gioco la competizione e devi essere davvero forte emotivamente per riuscire a sfondare.
Nina è una ballerina bravissima che reincarna la purezza e la grazia, che viene trattata dalla madre oppressiva come se fosse ancora una bambina.
Thomas Leroy, interpretato da un magnifico Vincent Cassel, la vuole nel suo nuovo spettacolo come protagonista de "Il lago dei cigni". Ma Nina si trova a dover non solo dimostrare che è in grado di impersonare sia il cigno bianco che quello nero, ma anche a dover fronteggiare Lily, un cigno nero per eccellenza, estroversa e sensuale.
Le due ballerine si trovano veramente agli opposti, Nina è la purezza, Lily il peccato.
La protagonista però dovrà essere in grado di impersonare entrambi i cigni.

Per quanto di base si tratti di una trama abbastanza semplice senza importanti risvolti, il tutto si trasforma in un thriller psicologico il cui fondamento è la domanda "chi sono io?".
Nina non soltanto interpreterà il cigno nero, lei diventerà il cigno nero.
La regia di questo film è veramente egregia. Inoltre ci sono delle scelte creative che sono veramente meravigliose, come l'uso della profondità di campo e degli specchi (non da sottovalutare come espediente per rappresentare più sfaccettature della personalità).
Mentre lo si guarda, veniamo travolti da delle scene che ci devastano anche moralmente. Sembra come di far parte di un balletto di repertorio, in particolare quello de "Il lago dei cigni" famoso per i suoi giri, che ti stordiscono e ti fanno cadere a terra per poi rialzarti e riprovarci ancora e ancora, finchè non ne esce un giro perfetto.
"Il cigno nero" è proprio questo, un continuo giro su se stessi.
Anche i colori sono fondamentali e ognuno viene usato per rappresentare un'emozione: il rosa candido per la l'infantilità, il rosso per la violenza e la passione, il nero per la rabbia, il bianco per la purezza.

A mio parere, è uno di cui film per cui non basta una sola visione. Ogni volta che si rivede notiamo sempre quel particolare in più.
La sensualità è anch'essa un tema portante del film. Infatti l'infantilità di Nina è stata causata dalla madre troppo apprensiva, e quando si troverà nel mondo agguerrito della danza dovrà fronteggiare con un lato della sua personalità che fin'ora aveva sempre messo da parte.
La repressione in ambito sessuale a cui era costretta fin da piccola verrà fuori tutta insieme causandole una crisi personale riguardante i suo vero io.
Il suo lavoro non la metterà soltanto davanti all'analisi a livello caratteriale, ma anche fisico. Per questo motivo la sua sarà una vera e propria trasformazione, e la regia di Aronofsky mette in luce questo tema in modo splendido e grottesco.

Nel film Nina prende talmente sul personale la sua trasformazione che decide di suicidarsi sul palco, riuscendo così finalmente a raggiungere la perfezione che tanto desiderava.
Un finale tragico che rende il dramma de "Il lago dei cigni" vero e reale.
Particolare attenzione va posta sull'interpretazione della magnifica Natalie Portman.
Voto: 8,5/10
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